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27/01/2018 Condividi

Inaugurazione Anno Giudiziario 2018

Intervento del Presidente Distrettuale di Genova, Avv. Alessandro Vaccaro, anche quale Componente di O.C.F., all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario per l’anno 2018

Intervento del Presidente Distrettuale di Genova, Avv. Alessandro Vaccaro, anche quale Componente di O.C.F., all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario per l’anno 2018.

A nome del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Genova e dell’Avvocatura del Distretto ho l’onore di porgere i saluti alla Dr.ssa Bonavia, Presidente della Corte di Appello, alla Dr.ssa Fazio, Procuratore Generale, al Dr. Cozzi, Procuratore Capo, al Rappresentante del Ministro della Giustizia, al rappresentante il C.S.M., a tutte le Autorità Religiose, Politiche, Militari e Civili presenti ed a tutti gli intervenuti a questa tradizionale cerimonia.

Un saluto particolare ai Presidenti degli altri Ordini Circondariali presenti, all’Avv. Stefano Savi Componente del C.N.F. ed al Prof. Avv. Guido Alpa Presidente emerito del C.N.F..

Il mio intervento, oltre che come Presidente Distrettuale, viene fatto anche quale Tesoriere dell’Organismo Congressuale Forense organo nazionale ed istituzionale di rappresentanza politica dell’Avvocatura.

Dopo aver ascoltato la Presidente della Corte di Appello nel ricordo dei Magistrati e degli Avvocati che ci hanno lasciato, non posso che associarmi e ringraziarLa per le sue parole che faccio mie ad ulteriore conferma del solido rapporto di collaborazione e, se mi è consentito, di amicizia e comunanza d’intenti esistente tra la Magistratura e l’Avvocatura genovese che, come dico sempre, dovrebbe essere presa ad esempio da altri Distretti e Circondari.

Come di consueto ritengo che questa sia la sede più opportuna per illustrare alle Personalità presenti anche i dati riguardanti l’Avvocatura, vale a dire, l’impegno profuso dai C.O.A. del Distretto, con particolare riferimento a quello di Genova, nello svolgimento della loro attività istituzionale.

Al 31/12/2017 risultavano iscritti all’ Albo genovese N° 3992 Avvocati e N° 607 Praticanti per un totale di N° 4559 soggetti, ad Imperia N° 806 (Avvocati e Praticanti), a Savona N° 988  (Avvocati e  Praticanti), a La Spezia N° 987 (Avvocati e Praticanti), a Massa N° 919 (Avvocati e Praticanti), per un totale di N° 7.692 professionisti; il dato comune a tutti i C.O.A. è un aumento, seppur contenuto rispetto agli anni precedenti, degli iscritti all’Albo degli Avvocati, ma un decremento del numero dei praticanti.

L’attività istituzionale ha generato per la Segreteria dell’Ordine di Genova la necessità di evadere nell’anno N° 6.830 protocolli di corrispondenza che, uniti a quelle per le altre attività, portano ad un impegno quotidiano di oltre 100 protocolli.

Nell’anno 2017 sono state esaminate dal C.O.A. di Genova ben N° 3.305 domande di patrocinio a spese dello Stato (delle quali quasi la metà 1.630 presentate da cittadini stranieri) in aumento di un ulteriore 10% rispetto al 2016; si è trattato di un lavoro sempre più gravoso per l’Ordine che si trova a svolgere, senza alcun compenso e con costi significativi, un’attività molto complessa che va dall’informativa allo sportello, alla completa istruttoria, alla deliberazione in Consiglio ed alla comunicazione alle parti interessate.

Per quanto riguarda la Formazione Continua, il C.O.A. di Genova, nel 2017, ha organizzato ed accreditato295 Corsi ed eventi formativi (di cui N° 231 gratuiti) per un totale di quasi 25.000 Avvocati partecipanti e per un totale di oltre 1.100 ore formative ripartite nelle varie materie specialistiche; a questo debbono, poi, aggiungersi i corsi forniti in e-learning e seguiti da ben 1814 avvocati per un totale di altre 4.725 ore di formazione; in tema formazione, un particolare ringraziamento deve andare a tutte le associazioni forensi locali, all’Università di Genova ed alla Scuola Superiore della Magistratura che hanno contribuito in maniera determinante all’attuazione di questo imponente ed invidiabile programma formativo.

Sempre in tema di formazione è da ricordare l’attività della Scuola Forense per la preparazione all’esame di Stato, ancora una volta organizzata insieme all’Università di Genova ed alla Scuola Forense Mauro de André, e che ha visto la partecipazione di numerosi  praticanti (oltre a quelli  del Corso integrativo), si è articolata in una sezione teorica di vere e proprie lezioni frontali svolte congiuntamente da Avvocati e Professori Universitari ed in esercitazioni pratiche.

I C.O.A., poi, hanno dato un concreto supporto all’attività giudiziaria con l’Ente di Mediazione.

Invero, per quanto concerne l’Organismo di Mediazione di Genova, tale attività ha generato N° 4.091 autonomi protocolli di corrispondenza e sono state processate ben N° 1.339 procedure di mediazione con un aumento di 300 richieste pari quasi al 30% rispetto al 2016 con la necessità di applicare due addetti di segreteria per lo svolgimento del servizio, ma, nonostante il trend positivo, con risultati scarsamente significativi rispetto alla previsione di filtro alle cause civili in quanto gli esiti positivi sono stati intorno solo al 8,8%.

 

Anche la Mediazione Assistita ha avuto un incremento con la presentazione di 197 domande in aumento di circa il 40% rispetto al 2016.

 

Nonostante i C.O.A. non abbiano più il potere disciplinare spettante ai Consigli Distrettuali di Disciplina l’eventuale segnalazione deve essere presentata al Consiglio che, nel 2017, ha ricevuto 178 segnalazioni di cui 97 trasmesse al CDD e le rimanenti trattate come Affari Generali.

 

Oltre a ricordare il lavoro svolto dal Comitato Pari Opportunità il C.O.A. di Genova intende maggiormente qualificare la presenza della professione forense nella Società civile e evidenziare il nuovo ruolo che l’Avvocatura è chiamata a ricoprire anche dal punto di vista sociale; ed è per questo che, soprattutto pensando ai giovani, abbiamo avviato un fattivo e concreto rapporto di collaborazione con il Comune di Genova e la Regione Liguria che ringrazio per la loro disponibilità ed attenzione.

 

Il nuovo Consiglio, pur avendo iniziato il suo mandato da soli tre mesi, proseguendo nel lavoro svolto dal precedente ha già siglato un accordo con la Camera Arbitrale di Milano e con quella della Camera di Commercio di Genova per alimentare l’attività della nostra Camera Arbitrale al fine di dare una concreta risposta alla esigenza dei cittadini di una valida e tempestiva soluzione alle loro richieste; questo accordo porterà un aumento dell’attività della Camera Arbitrale ed una più attiva vicinanza dell’Avvocatura genovese ai cittadini.

 

Ricordo, poi, anche l’impegnativo lavoro svolto dallo Sportello del Cittadino che, nel 2018, avrà un ulteriore sviluppo alla luce del sottoscrivendo accordo con il Comune di Genova che lo porterà presso tutti i Municipi in modo da portare l’Avvocatura sul territorio ed al fine di dare un concreto e gratuito supporto ai cittadini rispetto alle loro problematiche con la Giustizia.

 

Abbiamo anche iniziato le consultazioni con la Regione Liguria per la costituzione di un Ente di Formazione che consenta agli Avvocati da noi formati di esportare le loro conoscenze e rendere un utile servizio di formazione nelle Società sia pubbliche che private.

 

Il tutto con ulteriori oneri, non solo finanziari, a carico dell’Avvocatura.

 

Vorrei anche segnalare il disagio che l’Avvocatura, ma, soprattutto, i cittadini stanno subendo per la situazione che spesse si viene a creare in conseguenza delle GIUSTE proteste dei Giudici di Pace e della Magistratura Onoraria nonché per la cronica carenza di personale amministrativo; quanto precede, senza dimenticare il mancato accoglimento della richiesta formulata da parte del Presidente della Corte d’Appello di copertura dell’organico dei Magistrati del Distretto che sta creando situazioni critiche in alcuni Tribunali del Distretto; per queste battaglie siamo al Vostro fianco.

 

Sul fronte nazionale e politico, si chiude un anno che, dopo tante delusioni, ha lasciato finalmente intravedere spiragli…ma solo spiragli per un nuovo e più costruttivo rapporto tra Avvocatura e Politica, anche se l’annoso problema del pagamento dei compensi per l’attività svolta dagli Avvocati con il GRATUITO PATROCINIO continui ad evidenziare ritardi inaccettabili nonostante che a Genova, grazie alla sottoscrizione dei relativi protocolli tra Magistratura ed Avvocatura, i tempi burocratici si siano notevolmente abbreviati e sia in corso la stesura di un ulteriore protocollo per consentire all’Avvocatura di dare un supporto concreto per lo smaltimento dell’arretrato.

 

L’approvazione della normativa per l’equo compenso, pur se con mille contraddizioni….quella sul legittimo impedimento per maternità,…..l’estensione ad IVA e CPA del privilegio ex art. 2751 bis, sono stati apprezzati segnali di una diversa attenzione della politica rispetto alla nostra professione.

Però, dall’altro lato, questo Governo ci ha “regalato“ anche il socio di solo capitale, con una normativa che presenta molte lacune ed insidie….il preventivo obbligatorio, per non dimenticare il rito assicurativo e l’illegittimo rito introdotto per i rifugiati.

 

Ci si lamenta della durata del processo civile, e l’Avvocatura intende, anche in questo campo, fare concrete proposte per divenire parte attiva nel velocizzare le procedure senza minimamente intervenire sulla parte decisionale di esclusiva pertinenza e prerogativa del Giudice.

 

Facciamo alcuni esempi di concrete proposte.

 

Mi riferisco al proporre di portare fuori dal sistema giurisdizionale gran parte delle attività di accertamento; si pensi, per esempio, ai c.d. “procedimenti speciali” (decreti ingiuntivi, convalide di sfratto, accertamenti tecnici preventivi) delegandoli agli Avvocati ferma restando la possibilità di opposizione davanti al Giudice. In molti casi si accelererebbero le procedura sgravando i Magistrati di tale onere.

 

Affidare agli Avvocati tutte le notifiche nonché la facoltà di rilasciare copie e potenziare la figura del “contratto assistito” (il contratto, cioè, in cui le parti sono tutelate da Avvocati) magari con maggior ricorso all’Arbitrato.

 

Considerazioni negative vengono mosse sulle novità che arrivano sul fronte penale dove abbiamo assistito alla introduzione di riforme che   hanno   indebolito  le garanzie della difesa del cittadino e che, pertanto, non possono essere condivise. 

 

Anche accantonando la discussione in tema di separazione delle carriere, la qualità del processo penale non può prescindere dall’esistenza di un reale contraddittorio pieno tra accusa e difesa.

 

Anche in questo settore le ragioni di natura economica hanno portato a far diventare regola, per taluni reati, la partecipazione a distanza dell’imputato al processo; tutti sappiamo cosa significhi la partecipazione a distanza e quali compressioni del diritto di difesa questo significhi…prevalgono le ragioni economiche alla difesa effettiva.

 

Per altro verso, vi è uno spostamento dell’azione repressiva dal terreno garantito del processo penale a quello delle misure di prevenzione addirittura con un ampliamento, con l’inserimento di delitti comuni, della categoria dei reati denotanti pericolosità qualificata.

 

Questa scelta di ampliare il sistema della prevenzione preoccupa: nel procedimento di prevenzione la decisione si fonda sull’indizio e non sulla prova, con la conseguenza che prevalgano tesi giurisprudenziali volte a ritenere il soggetto pericoloso anche in caso di assoluzione nel processo penale; la prevenzione è quindi una duplicazione del processo con una regola di giudizio che rende in alcuni casi impossibile la difesa.

 

Per converso la Legge Orlando ed i Decreti attuativi sono apprezzabili nel prevedere un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione ed una attenzione ai diritti del detenuto.

 

Parere positivo viene espresso da parte dell’Avvocatura sulla tutela dei terzi estranei con riguardo all’inserimento di intercettazioni all’interno delle informative e dei provvedimenti cautelari, ma, per converso, l’impossibilità per la difesa di ottenere copia delle annotazioni di Polizia Giudiziaria (il controllo è demandato di fatto alla P.G. e sottratto al P.M.) sulle conversazioni intercettate e ritenute irrilevanti (ma che per la difesa potrebbero non esserlo) e l’indisponibilità dei File Audio rende impossibile un controllo effettivo. Pensiamo ad un procedimento con migliaia di intercettazioni e diversi imputati dove i difensori debbono, magari insieme ai loro assistiti, ascoltare tutte le conversazioni da altri ritenute rilevanti presso le salette di ascolto del Tribunale….quale garanzia per la difesa?

 

Perplessità, poi, desta anche l’uso del captatore informatico (Trojan) ai reati ordinari.

 

Da ultimo non può non segnalarsi che la modifica della prescrizione (sulla quale sia chiaro la difesa non può incidere) determinerà una dilatazione della durata del processo.

 

Per tutto quanto sopra possiamo affermare che gli orizzonti siano più rosei, ma non per questo tranquillizzanti; basta ricordare il recente tentativo di introdurre il rito sommario per la stragrande maggioranza dei procedimenti civili, i chiari segnali di un ulteriore riforma della geografia giudiziaria che, nel nome di un asserita “specializzazione” del Giudice, va contro il principio di delocalizzazione del servizio e verso l’accentramento, in contrasto con la previsione dell’art. 5 della Costituzione.

 

Questi segnali impongono la massima attenzione ed il massimo impegno da parte di tutta l’Avvocatura unita anche relativamente alle paventate riduzioni del numero delle Corti d’Appello.

 

Al Governo che verrà chiederemo una maggiore capacità di ascolto preventiva, perché la voce dell’Avvocatura è e vuole essere una voce “tecnica”, improntata alla salvaguardia dei valori della Costituzione, al rispetto della prevalenza delle regole e alla difesa dei diritti dei più deboli e indifesi (che oggi sono i più). 

 

 

 

Ed è per questo che ai nuovi Parlamentari ed al nuovo Governo chiederemo con forza la reintroduzione dei minimi inderogabili unica vera garanzia per l’indipendenza e l’autonomia dell’Avvocatura; non è una battaglia di retroguardia per garantire il guadagno degli Avvocati, ma una battaglia per la tutela dei diritti dei cittadini che solo un Avvocato indipendente ed autonomo può garantire

 

Indirizzare la politica verso il rispetto del giusto processo, tutelare l’indipendenza dell’avvocato magari attraverso il riconoscimento costituzionale della sua funzione, favorirne la crescita professionale ampliandone le competenze e salvaguardando quelle esclusive, questi saranno gli impegni che verranno richiesti al nuovo Governo dalla rappresentanza politica dell’Avvocatura.

 

Tornando alla quotidianità del nostro lavoro, pur riconoscendo la grande collaborazione esistente nel Distretto tra Magistrati ed Avvocati, ritengo che le residuali incomprensioni possano e debbano essere superate con il dialogo ed il rispetto dei rispettivi ruoli.

 

Bisognerebbe che ogni Avvocato per due mesi all’anno facesse il Giudice e che ogni Giudice, per due mesi all’anno, facesse l’Avvocato: imparerebbero così a comprendersi (ed a compatirsi) e, reciprocamente, si stimerebbero di più; infatti, Avvocatura e Magistratura sono Organi complementari di una sola funzione e devono essere legati da uno scambievole rispetto e reciproco riconoscimento di uguale dignità verso la scopo comune: la tutela dei diritti.

 

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