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27/01/2014 Condividi

Inaugurazione Anno Giudiziario-Intervento Presidente Avv. Alessandro VACCARO

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2014
CORTE  D’APPELLO  DI GENOVA
 
INTERVENTO DEL PRESIDENTE
AVV. ALESSANDRO  VACCARO

 

A nome dell’Avvocatura del Distretto porgo i saluti al signor Presidente della Corte di Appello, al signor Procuratore Generale, al Presidente del Consiglio Nazionale Forense, alle Autorità presenti ed a tutti gli intervenuti.
Un particolare saluto a Maitre Davide Ferrarini, rappresentante del Batonnier dell’Ordine degli Avvocati di Marsiglia che hanno voluto presenziare a questo evento.
Questo mio intervento, a dimostrare dell’unità d’intenti dell’Avvocatura tutta, è stato condiviso anche dall’OUA, pertanto, rinuncia ad intervenire.
In questo momento, alle cerimonie che si stanno svolgendo presso le diverse Sedi dei Distretti di Corte d’Appello, l’Avvocatura sta manifestando, in diversi modi, la propria protesta ed il proprio dissenso al comportamento tenuto da questo Governo, ed in particolare dal Ministro della Giustizia, nei confronti dell’Avvocatura con la quale non solo rifiuta il confronto, ma addirittura il dialogo.
Gli Avvocati debbono essere, al contrario, un indispensabile ed irrinunciabile preventivo interlocutore necessario, unitamente agli altri operatori del diritto, rispetto agli provvedimenti normativi che vanno ad essere emanati per tentare di risolvere l’ormai annoso “problema giustizia”.
Ed è con questo spirito che l’Avvocatura ligure, e genovese in particolare, si presenta a questa inaugurazione dell’Anno Giudiziario, non mettendo in atto forme eclatanti di protesta, per il rispetto di questa Cerimonia Istituzionale, ma, soprattutto, per il rispetto all’alto valore della nostra professione (ricordiamo, costituzionalmente garantita) e per il profondo significato che ha per noi questa Toga che indossiamo con orgoglio.
L’avvocatura, per esempio, è preoccupata per l’ingiustificabile lentezza con la quale sta trovando applicazione la nostra Legge Professionale, ormai approvata da più di un anno, in quanto siamo ancora in attesa che il Ministro emani i Regolamenti attuativi di sua competenza relativamente ad importanti argomenti quali, a puro titolo di esempio, le specializzazioni (Art. 9), l’assicurazione professionale ed infortuni (Art. 12), i parametri parcellari (Art. 13), la tenuta Albi (Art. 14).
Come se ciò non bastasse, come a tutti noto, il Governo ha, tuttavia, provveduto a dar corso alla riforma sulla Geografia Giudiziaria con criteri non condivisi e non condivisibili che tante problematiche ha sollevato anche in Liguria con la soppressione dei Tribunali di Sanremo e Chiavari e della Sede Distaccata di Albenga.
Ma vi è di più!
La preoccupazione, infatti, sale quando si valuta la siderale distanza del Ministero dalla reale vita giudiziaria che, con immensa miopia sulle problematiche connesse, ha emanato, a pochi giorni dall’attuazione della normativa in tema di geografia giudiziaria, due provvedimenti assurdi quale la proroga della sopravvivenza di 8 Tribunali solo per smaltire l’arretrato civile e quello riguardante la sopravvivenza dei Fori dei Tribunali soppressi fino al 31/12/2014.
Le negative conseguenze di tali provvedimenti erano e sono così evidenti che:
  • alcuni Presidenti di Tribunali Distrettuali, visto il già compiuto trasferimento dei Magistrati, dei Dipendenti e dei fascicoli ai Tribunali accorpanti, hanno disatteso, potendolo fare, il provvedimento ministeriale;
  • i Consigli dell’Ordine si sono trovati in gravi difficoltà, in alcuni casi senza neanche una Sede perché i Tribunali erano stati materialmente chiusi, in quanto, da un lato permanevano a loro carico oneri non secondari quali la formazione, la creazione dello sportello del cittadino ed altro e, dall’altro, per esempio, i loro iscritti alle liste dei difensori d’ufficio non potevano più ricevere incarichi in quanto non esisteva più il Tribunale…quindi oltre il danno la beffa.
Devo dare atto che i Parlamentari, trasversalmente parlando, hanno condiviso le nostre lamentele e si sono impegnati, per quanto di loro competenza, a fare quanto necessario, ma, il Governo, dimentico della sovranità parlamentare, non fa quello che dovrebbe compiere e produce provvedimenti come quelli citati, molto spesso inopportuni, se non errati od incostituzionali, ma, soprattutto senza il necessario e doveroso preventivo confronto con gli operatori del diritto.
Sappiamo tutti come funziona un Ministero; il Ministro è il volto e l’impostazione “politica”, ma la vera attività di produzione viene “ideata” e posta in essere dall’apparato ministeriale e dalla dirigenza dello stesso che, formata quasi esclusivamente da Magistrati lontani ormai da tempo dal “campo”, è rimasta sempre la stessa con ben tre Ministri: Alfano, Severino e Cancellieri con il risultato che nulla di positivo è emerso.
E’ sufficiente pensare alle ultime iniziative in tema di giustizia civile, laddove si è arrivati ad introdurre la sussistenza, in alcuni casi, della responsabilità solidale dell’avvocato con l’assistito in palese violazione di uno dei principi fondamentali della professione forense: l’autonomia e l’indipendenza dell’Avvocato che non può e non deve (mai e poi mai) essere identificato con il cliente.
A fronte di tale preoccupazione, fortunatamente, l’Avvocatura deve e può contare sulla costruttiva collaborazione con la Magistratura “operativa”.
Invero, l’ottimismo è generato dalla citata fattiva e concreta collaborazione con i vertici della Magistratura ligure e genovese che, unitamente all’Avvocatura, ha tentato e sta tentando di pragmaticamente ovviare alle inefficienze determinatesi per garantire il diritto dei cittadini alla Giustizia.
Giustizia che non significa mera “giurisdizione”, ma libera esplicazione del diritto di difesa e garanzia che questa difesa si svolga con effettività e puntualità, che abbia regole aggiornate e rispetto della dignità umana ed abbia il suo fulcro nell’opera di un difensore, l’Avvocato che sia posto in grado dallo Stato di avere strumenti e mezzi adeguati per garantire quel giusto processo a cui tutti miriamo.
Un diritto alla giurisdizione che sia anche accesso garantito alla Giustizia e, per tale ragione deve:
  • assicurare a tutti l’accesso incondizionato alla giustizia e tutelare le minoranze ed i soggetti più deboli con una difesa adeguata e con costi sopportabili;
  • tutelare chiunque nei confronti di qualsiasi potere che non può e non deve invaderne e sopprimerne le libertà fondamentali;
  • trovare uno Stato che dia il giusto rilievo al settore giustizia ed ai valori che ne derivano dotandolo dei mezzi finanziari necessari; sarebbe sufficiente lasciare al settore Giustizia tutti o buona parte dei proventi presenti nel Fondo Unitario Giustizia e non, come accade, destinarli, nella quasi totalità, ad altri scopi, magari anche riducendo, come previsto nella Legge di Stabilità del 30% degli onorari per il Patrocinio ai non abbienti.
Rispetto a queste irrinunciabili esigenze e nel particolare e delicato momento che il nostro Paese sta attraversando, sul fronte penale, troviamo una popolazione carceraria che vive in una situazione degradante e degradata a dispetto della dignità umana che, al contrario, lo stesso Stato dovrebbe garantire.
Il Governo, pressato dalla Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo a fronte di quotidiane promesse di miglioramenti e riforme strutturali, emana provvedimenti che, a dispetto delle promesse, per noi che siamo in “trincea” non possiamo che valutare come semplici palliativi che alcun serio e concreto miglioramento porteranno.
Sul fronte civile, la reintroduzione della Conciliazione obbligatoria, così come oggi strutturata, ha di fatto introdotto un “balzello economico” che ogni cittadino deve pagare per poter accedere alla Giustizia Civile, ben sapendo che alcun risultato di riduzione della litigiosità si potrà ottenere con l’unico vantaggio (economico) per quei centri privati creati ad arte per tale scopo.
Mi sia consentito anche un accenno allo spettacolo al quale assistiamo quotidianamente nei mass media con ingiustificati ed ingiustificabili “processi mediatici” come è capitato ultimamente con la vicenda che ha immeritatamente colpito il Direttore del Carcere di Marassi ed uno stimatissimo Magistrato del Tribunale di Sorveglianza ai quali l’Avvocatura ha espresso ed esprime solidarietà e vicinanza.
Cerchiamo, per il futuro e con il nostro ruolo, di intervenire per limitare le interviste a Giudici ed Avvocati che assumono il ruolo di grandi protagonisti della Società con deformazione della propria funzione; al riserbo ed al silenzio si contrappone la pubblicità ed il dibattito pubblico su processi in corso con interlocutori (giudici ed avvocati) che parlano dei loro processi non ancora iniziati o non ancora istruiti e, quasi sempre, non ancora esauriti.
Richiamo, infine, l’attenzione sul lavoro che l’Avvocatura e la Magistratura stanno cercando di portare avanti per ritornare al rispetto delle forme, dei modi e, financo, dell’abbigliamento e, quindi, in sostanza del decoro nello svolgimento della professione; non è retorica, ma molto spesso la forma è anche sostanza.
Orbene, in questo quadro, Giudici ed Avvocati genovesi e liguri cercano, come accennavo, di fare quanto nelle loro possibilità per ovviare alle deficienze del sistema che la miopia legislativa non riesce ad eliminare.
Ed è così che, grazie alla proficua collaborazione del Procuratore Generale, Dr. Vito Monetti, e del Procuratore Capo, Dr. Michele di Lecce, siamo riusciti a superare, con reciproca soddisfazione la problematica connessa alla turnazione per i difensori di ufficio dei Fori presso i Tribunali soppressi; ricordo anche gli sforzi comuni, nonostante la cronica mancanza di mezzi finanziari, per favorire ed incrementare lo sviluppo del processo civile telematico e la digitalizzazione nel penale.
L’Avvocatura, proprio nel rispetto (e tenendo fede) alla sua alta funzione di tutela dei cittadini, ha istituito e sta istituendo in tutta Italia, sospinta anche dal suo massimo Organo il C.N.F., qui rappresentato dal suo Presidente, Prof Avv. Guido Alpa, forme alternative di Giustizia quali le Camere Arbitrali, a Genova già costituita, con lo scopo da un lato, di dare, a costi contenuti, una qualificata, pronta e rapida risposta alla richiesta di Giustizia che perviene dai cittadini tutti, e dall’altro, quello, se richiesta, di porsi al servizio della Magistratura per tentare di risolvere il problema del grave arretrato oggi pendente in sede civile.
E cercheremo di proseguire su questa strada portando avanti anche un’altra nostra proposta quella della negoziazione assistita dall’Avvocato arricchita dal valore aggiunto rappresentato magari dall’attribuzione all’accordo del valore della sentenza attraverso l’omologazione giudiziale, magari estendendola alla materia della famiglia, della separazione e del divorzio.
Il momento è molto difficile per il Paese, per la nostra regione, per la nostra città; credo che l’Italia non abbia mai vissuto un momento di così particolare sofferenza per tutti e per tutte le categorie di cittadini ed il nostro compito, per il fondamentale settore che ci compete, è quello di trasmettere ai cittadini la sicurezza che la Giustizia c’è e funziona.
Per fare ciò è necessario che tutti noi, Avvocati, Magistrati, Cancellieri, Amministrativi, Forze dell’Ordine, insomma, tutti gli operatori del diritto, nessuno escluso, continuiamo, non iniziamo, ma continuiamo, magari con maggior impegno, a collaborare come fino ad oggi abbiamo fatto, superando e facendo superare ai nostri Colleghi, inesistenti barriere culturali e di ruolo, per dare ai cittadini, unici veri titolari del diritto alla giustizia, la dimostrazione, come sempre accaduto fino ad oggi, che Genova e la Liguria sono un territorio nel quale la Giustizia fattivamente esiste ed opera.
 

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