Riapertura Hotel Imperial di Sousse (Tunisia) - Partecipazione del Coa Genova
L'avvocatura italiana a sostegno dell'Avvocatura tunisina
Il Coa di Genova era rappresentato dal Collega Avv. Stefano Zacchetti al Convegno Internazionale promosso dal Coa di Oristano tenutosi nell' Hotel Imperial riaperto dopo l'attacco del 26 giugno 2015
Breve cronaca dell'Avv. Zacchetti
CONVEGNO INTERNAZIONALE
SOUSSE (TUNISIA) 18-21/5/2017
“L’Avvocatura italiana e l’Avvocatura tunisina sostengono la democrazia e la pace”
Si è svolta dal 18 al 21/5/2017 un’importante iniziativa che ha coinvolto le Avvocature dei paesi dell’area mediterranea.
Circa 500 Avvocati, di cui 350 italiani e 150 tunisini, francesi, spagnoli, ma anche algerini, inglesi e alcuni provenienti dagli Stati Uniti, si sono riuniti all’Hotel Imperial di Sousse, in Tunisia, per esprimere la loro solidarietà al paese e all’Avvocatura tunisini, colpiti nel 2015 da tre attentati, il secondo dei quali proprio all’Hotel Imperial di Sousse, che rappresenta uno dei principali centri turistici. In quell’occasione un commando di terroristi proveniente dal mare uccise 39 persone. Alcune di esse erano addette all’albergo e cercarono di proteggerne i clienti.
Questa esperienza è nata dalla spinta encomiabile del Consiglio Nazionale Forense, con l’apporto illuminato dell’avv. Francesco Caia (Presidente della Commissione per i diritti dell’uomo), insieme all’Ordine Nazionale degli Avvocati tunisini e al supporto trasversale di tutta l’Avvocatura, tramite le sue principali istituzioni, italiane (fra cui Cassa Forense, Organismo Congressuale Forense, Ordini territoriali, Associazioni forensi fra cui AIGA, ANF, UNCC, UCPI) e straniere (Federation des Barreaux d’Europe, Consiglio Nazionale Forense francese, Consiglio Nazionale Forense spagnolo). Il motore è stato l’Ordine degli Avvocati di Oristano, tramite il suo Presidente avv. Donatella Pau Lewis, che si è dedicata personalmente ad organizzare e coordinare il Progetto Imperial, ideato nell’anno precedente.
Alla fine la nostra Avvocatura ha meritato il conio di una medaglia al ricordo, consegnata dal Presidente della Repubblica on. Mattarella al Consiglio Nazionale Forense, insieme al telegramma di Sua Santità Papa Francesco, di ringraziamento all'Avvocatura italiana così impegnata per scopi altruistici. Giornali e TV hanno riportato tramite diversi articoli e servizi questo avvenimento, quasi sorpresi di vedere un così vasto corpo dell’Avvocatura, pur rappresentato da molteplici associazioni e soggetti di spicco, muoversi compatto verso un’unica direzione.
Non è possibile non ricordare l’anima della manifestazione, l’Avvocato Abdel Aziz Essid, rappresentante dell’Ordine tunisino premio Nobel per la pace nel 2015, sempre presente nei quattro giorni del Convegno: all’arrivo in aeroporto, con un cartello in mano, per accogliere gli avvocati provenienti da tutta Italia, al transfert a Tunisi-Sousse, dove ha dato ragguagli operativi, all’accoglienza in albergo, dietro al desk, a sbrigare la burocrazia dell’accettazione, passando poi a moderare i cerimoniali d’apertura e chiusura e i lavori del Convegno, traducendo in perfetto italiano-francese-arabo ogni intervento pubblico e esprimendo egli stesso interventi e commenti di grande profondità e fratellanza. Come quando, alla cerimonia di apertura tenutasi la sera dell’arrivo, ha invitato tutti gli Avvocati a intonare l’inno di Mameli, passando poi all’inno nazionale tunisino, già allora gli Avvocati erano immersi in un clima nuovo.
Al cerimoniale d’apertura erano presenti il Presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi , il Ministro degli esteri tunisino il Presidente dell’Avvocatura tunisina, insieme alle rappresentanze diplomatiche e alle personalità di spicco della politica tunisina, a dare evidenza dell’apprezzamento del legame con la nostra Avvocatura e della mano che gli veniva tesa.
L’Ordine degli Avvocati di Genova è stato presente e ha consegnato nel corso della cerimonia di chiusura, tramite il suo delegato avv. Stefano Zacchetti, una targa al Presidente dell’Avvocatura tunisina avv. Onat Ameur Meherzi, a ricordo del gemellaggio, accompagnandola con una dichiarazione di condivisione dei valori di democrazia e di pace degli Avvocati genovesi e la loro presenza al fianco dell’Avvocatura tunisina.
Le motivazioni dell’iniziativa nascono prima degli attentati del 2015 anche se si consumano con loro. Con l’indipendenza del 1956, la Tunisia diventa una Repubblica Costituzionale, democratica, e già a cavallo del 1956-1957 approva un nuovo codice civile, rivoluzionario per il suo tempo e per i paesi musulmani: la donna si emancipa e viene parificata all’uomo, acquistando il diritto di voto; viene abolita la poligamia, vengono introdotti il divorzio e in casi precisi l’aborto, e, pure, viene disposto il divieto di portare il velo nelle scuole; nel 2014 entra in vigore la nuova Costituzione, contenente ulteriori garanzie di libertà ed uguaglianza, principi di tutela delle tradizioni e un’introduzione ampia di "nuovi diritti" applicativi dei valori fondamentali. La Tunisia è insomma un paese aperto e tollerante, “moderno” e vicino più a noi che all’area geografica che la circonda. I vili attentati del 2015 hanno portato la Tunisia a far parte della black list dei paesi turistici, sconsigliabile per la sua scarsa sicurezza, perciò registrando un crollo verticale delle presenze. Sta vivendo oggi una forte crisi economica, che è il terreno fertile nel reclutamento dei terroristi dell’Isis.
Il “Progetto Imperial” si proponeva di commemorare le vittime dell’attentato e di solidarizzare anche con atti concreti e costruttivi col paese e con l’Avvocatura tunisine, che esprimono importanti valori di democrazia e di pace e che meritano di ritornare meta turistica “consigliabile”, riprendendo il loro ciclo economico-turistico. Il rilievo più frequente era che altri paesi, come la Francia e la Germania, hanno subito ben più attentati terroristici, senza mai venire considerati a rischio e senza essere inseriti nella black list, con un metro di giudizio diverso e punitivo per la Tunisia.
Questa richiesta è stata accolta con la promessa del nostro Governo, rappresentato dal sottosegretario del Ministero ai Beni culturali e al Turismo dott. Dorina Bianchi, di intervenire presso tutte le istituzioni per rimuovere la Tunisia dai paesi sconsigliabili al turismo.
Ma in Tunisia è successo molto altro.
A Sousse perfino i negozianti sapevano degli Avvocati italiani e li ringraziavano di continuo di essere venuti in loro aiuto: l’atmosfera era di vera comunione con i tunisini e il loro paese.
La quattro giorni ha toccato nel profondo chi era presente, ha coinvolto, emozionato e fatto sentire uniti sotto un ideale tutti gli Avvocati: più volte colpiti e commossi al punto da alzarsi in piedi, come quando il relatore algerino, Presidente dell’Avvocatura e esperto oratore, non riusciva a iniziare il suo intervento mentre il suo viso lasciava scivolare le lacrime. Chi c’era porterà sempre con sé questi momenti, insieme alla figura di grandi Avvocati e grandi uomini che riempivano il Convegno.
Ci sono stati altri due momenti molto intensi: la commemorazione delle vittime, tramite la posa, sulla spiaggia dell’attentato, ai piedi di una targa alla memoria, di una rosa da parte di ciascuno dei presenti, in un silenzio assordante; e, il giorno dopo, Sabato 20/5/2017, per lasciarsi il passato alle spalle, il bagno in mare, proprio dove è arrivato quel maledetto gommone, con una simbolica catena umana a perdita d’occhio che si è immersa in quell’acqua cristallina, mano nella mano, con la partecipazione di tutti i clienti degli alberghi di Sousse.
Gli Avvocati hanno percepito con orgoglio tutto il ruolo e la funzione sociale di cui è portatrice la professione forense.
I valori importanti uniscono, così il “Progetto Imperial”, o gli “Avvocati per la pace”, o, gli “Artigiani della pace”, come venivano variamente chiamati negli interventi, ha accorpato tutti in un unico sentire. La straordinaria presenza di spirito dell’Avvocatura è tale che la chat “Progetto Imperial”, dedicata all’organizzazione dell'evento, pur non avendo più ragione di esistere, non viene abbandonata: da alcuni giorni si rinnovano atti di condivisione dei valori emersi a Sousse, ringraziamenti agli organizzatori e soprattutto la richiesta di proseguire con nuove lodevoli iniziative che valorizzino la funzione sociale dell’Avvocatura e la rendano ancora protagonista nella formazione dei processi sociali.
Per questo, molte associazioni hanno sottoscritto un documento d’intesa diretto a non archiviare “Sousse” e a proseguire insieme verso un cammino, che, abbiamo felicemente scoperto, affonda le radici nel DNA dell’Avvocatura tutta.
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