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22/09/2008 Condividi

Comunicato del Presidente in relazione alle dichiarazioni del Ministro avv. Mariastella Gelmini

Apprendiamo da una intervista rilasciata a “il Riformista”in data 11 settembre 2008 che il Ministro della Istruzione Mariastella Gelmini vanta il suo percorso professionale, con la sua abilitazione conseguita in Calabria anziché a Milano.
La scelta di sedi di esame ritenute più favorevoli per il candidato è un espediente elusivo assai diffuso anche perché l’esame da avvocato è regolato da norme anacronistiche che lo rendono iniquo, aleatorio ed assolutamente inidoneo alla funzione che gli sarebbe propria. 
Tutto ciò è dovuto alla insensibilità del legislatore che non ha mai accolto le richieste di riforma avanzate dall’Avvocatura in relazione ad un Ordinamento datato 1933, richieste per altro ora riproposte al Ministro Alfano le cui prese di posizione rendono finalmente fiduciosi in relazione al varo della tanto attesa, indispensabile riforma.
Perno della riforma dovrà essere proprio la riforma dell’accesso.
Ciò che stupisce è invece la giustificazione avanzata dal Ministro Gelmini in relazione alla adozione del menzionato espediente.
Ella avrebbe maturato una esperienza, avrebbe cioè ben presenti una serie di fatti concreti, che la indurrebbe a credere che in determinati concorsi, il riferimento al suddetto esame è evidente, “passavano solo i figli di avvocati”.
Tale affermazione non è fondata.
Visto che nel 1995 gli avvocati italiani erano 87.029, nel 2006 erano in Italia 151.000 ed oggi superano i 210.000, ove si accedesse alla tesi “Gelmini” dovrebbe presumersi una eccezionale prolificità della avvocatura.
La realtà è ben diversa. Se in alcune sedi gli esami sono “facili” è però escluso che la selezione avvenga solo a favore dei figli degli avvocati.
Secondo una indagine CENSIS del 2007 i figli d’arte sono in realtà il 12,4 del totale e la percentuale scende quando si parla di infra-quarantacinquenni a 11,6%.
L’utilizzo di illazioni non confortate da elementi oggettivi ed anzi smentite da dati inconfutabili non produce altro risultato che disinformare l’opinione pubblica e offendere chi opera nella sfera professionale con dedizione istituzionale, onestà e correttezza.
Per altro delegittimare l’Avvocatura equivale ad indebolire il diritto alla difesa ed il principio di legalità in un momento assai delicato che vede il Governo impegnato prioritariamente su questi temi. Della intervista del Ministro Gelmini ritengo utile richiamare all’attenzione tutti, anche al Ministro, un lodevole passaggio: “bisogna tornare al decoro, al rispetto degli altri... se non si comincia da lì non si cambia niente.


avv. Stefano Savi
Presidente Ordine Avvocati Genova

download dichiarazioni_gelmini.pdf (.pdf 55 kB )

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