Lettera aperta del Presidente su articolo Corriere della Sera (6.9.2010) “eccesso di avvocati, troppe cause inutili” Davigo convince Alfano
Letto l’articolo apparso sulla prima pagina del Corriere della Sera del 6 settembre 2010 con il titolo “eccesso di avvocati, troppe cause inutili” davigo convince alfano”…. che inneggia alla “lotta dura” contro gli avvocati indicati come primi responsabili della crisi della Giustizia per il loro numero, osservo quanto segue.
La lievitazione del numero degli avvocati (triplicati dagli anni novanta ad oggi) è un fenomeno reale che la stragrande maggioranza degli avvocati, la Giustizia e il Paese hanno subito per il mancato, seppur invocato, intervento del Legislatore volto a modificare l’esame di Stato.
Sono almeno 50 anni che l’Avvocatura chiede una riforma dell’ordinamento Professionale che, tra l’altro, disciplini l’accesso alla professione in modo serio così da premiare la professionalità e contenere i numeri stroncando altresì vergognose prassi clientelari ben identificate e localizzate. Purtroppo la risposta non è arrivata perché si è preferito, con irresponsabilità, trasformare l’avvocatura in un ammortizzatore sociale, a costo zero , sulle spalle dei giovani e della Giustizia.
Ora il Ministro, che è pure avvocato, queste cose dovrebbe saperle senza scoprirle a seguito delle rivelazioni dell’ex PM che voleva “rivoltare l’Italia come un calzino”, visto che gli avvocati italiani gliele hanno ripetute in mille occasioni.
Non credo che il Ministro che, anche a Genova, ebbe a promettere una riforma dell’ordinamento forense in tempi brevi, invece che ricorrere all’evidenza abbia bisogno di farsi convincere da argomenti faziosi che scaricano ingiustamente sugli avvocati ogni responsabilità per il disastro della Giustizia in Italia.
In un Paese civile che abbia una concezione corretta della Giustizia, dove i soggetti della giurisdizione, magistrati e avvocati, abbiano uguale dignità, dove il diritto “inviolabile” alla difesa non sia considerato un “fastidio”, le soluzioni del malfunzionamento devono essere attuate con riforme efficaci e rispettose degli interessi costituzionali in gioco, non con battute di dubbio gusto , proposte inconsistenti e impegni non mantenuti.
L’Università deve essere in grado di evolversi per dare ai giovani una preparazione attenta alle nuove esigenze della società ed al contesto europeo, aggiornando i programmi ed i metodi, premiando il merito senza però rispolverare vocazioni meramente selettive. Anche in questo caso servono solo interventi urgenti e consapevoli.
L’esame di analisi matematica facciamolo fare a chi dovrebbe controllare la produttività degli Uffici.
Politici, magistrati e avvocati di fronte a tanto sfacelo sono chiamati ad una seria autocritica e a concorrere con proposte sensate alla ricerca di una via di uscita efficace e rispettosa della Costituzione.
L’avvocatura, nell’interesse della collettività, ha dimostrato di essersi impegnata a percorre questa strada e si aspetta uguale impegno dagli altri soggetti direttamente interessati.
Invocare poi la “lotta dura” contro gli avvocati è pura demagogia volta a nascondere le vere responsabilità e a perpetua una tradizione culturale che discende direttamente da una impostazione inquisitoria della giustizia dura a morire nel nostro Paese.
Se si preferisse invece continuare con promesse non mantenute, con l’offensivo ed inutile scaricabarile sugli assenti, con la mortificazione del diritto alla difesa, si sappia che il tempo della suppliche è finito e la “lotta dura” dovrebbe essere invocata contro chi, per motivi di bottega o per incapacità o peggio, continua a privare il nostro Paese di una Giustizia giusta.
Avv. Stefano Savi
Presidente dell’ordine degli Avvocati di Genova
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