Inaugurazione Anno Giudiziario 2017 - Intervento del Presidente
Intervento del Presidente del C.O.A. Distrettuale di Genova, Avv. Alessandro Vaccaro, alla Inaugurazione dell’Anno Giudiziario per l’anno 2017.
A nome del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Genova e dell’Avvocatura del Distretto ho l’onore di porgere i saluti alla Dr.ssa Bonavia, Presidente della Corte di Appello, alla Dr.ssa Fazio, Procuratore Generale, al Dr. Cozzi, Procuratore Capo, al Rappresentante del Ministro della Giustizia, al rappresentante il C.S.M., a tutte le Autorità Religiose, Politiche, Militari e Civili presenti ed a tutti gli intervenuti a questa tradizionale cerimonia.
Approfitto di questa pubblica occasione che riunisce tutti gli operatori del diritto per rivolgere un saluto particolare al Presidente del Tribunale, Dr. Claudio Viazzi, in quanto, in occasione di una nostra recente cerimonia, ci ha comunicato che nel corso di quest’anno terminerà il suo incarico… a nome dell’Avvocatura tutta volevo esprimerLe il nostro dispiacere e manifestarLe la grande stima, e se consente affetto, con il quale la salutiamo.
Questa è la tangibile dimostrazione del perché, grazie alla partecipazione e collaborazione di tutti, Avvocati, Magistrati, cancellieri, addetti ai lavori il “Modello Genova” è così apprezzato e copiato negli altri Distretti.
Dopo aver ascoltato dalle parole del Presidente della Corte di Appello i resoconti e le statistiche riguardanti l’attività giudiziaria del Distretto, come di consueto ritengo che questa sia la sede più opportuna per illustrare anche i dati riguardanti l’Avvocatura, vale a dire, l’impegno profuso dai C.O.A. del Distretto, con particolare riferimento a quello di Genova, nello svolgimento della loro attività istituzionale.
Al 31/12/2016 risultavano iscritti all’ Albo genovese N° 3996 Avvocati e N° 561 Praticanti per un totale di N° 4557 soggetti, ad Imperia N° 805 (548 Avvocati e 257 Praticanti), a Savona N° 1010 (778 Avvocati e 222 Praticanti), a La Spezia N° 973 (824 Avvocati e 149 Praticanti), a Massa N° 931 (782 Avvocati e 149 Praticanti), per un totale di N° 8.276 professionisti, il dato comune a tutti i C.O.A. è un aumento, seppur contenuto rispetto agli anni precedenti, degli iscritti all’Albo degli Avvocati, ma un decremento del numero dei praticanti.
L’attività istituzionale ha generato per la Segreteria dell’Ordine di Genova la necessità di evadere nell’anno N° 7.698 protocolli di corrispondenza.
Nell’anno 2016 sono state esaminate dal C.O.A. di Genova ben N° 3.085 domande di patrocinio a spese dello Stato (da cittadini italiani 1.479 e da cittadini stranieri N° 1544) in aumento rispetto al 2015 di quasi il 40% vale a dire ben N° 867 unità; si è trattato di un lavoro sempre più gravoso per l’Ordine che si trova a svolgere, senza alcun compenso e con costi significativi, un’attività molto complessa che va dall’informativa allo sportello, alla completa istruttoria, alla deliberazione in Consiglio ed alla comunicazione alle parti interessate.
Per quanto riguarda la Formazione, il C.O.A. di Genova, nel 2016, ha organizzato ed accreditato N° 298 Corsi ed eventi formativi (di cui gratuiti N° 223) per un totale di quasi 20.000 Avvocati partecipanti e per un totale di oltre N° 1.110 ore formative ripartite nelle varie materie specialistiche; sul tema della formazione, un particolare ringraziamento deve andare a tutte le associazioni forensi locali che hanno contribuito in maniera determinante all’attuazione di questo imponente ed invidiabile programma formativo.
Sempre in tema di formazione è da ricordare l’attività della Scuola Forense per la preparazione all’esame di Stato, ancora una volta organizzata insieme all’Università di Genova e la Scuola Forense Mauro de André, e che ha visto la partecipazione di N° 122 praticanti (oltre a 49 praticanti nel Corso integrativo), si è articolata in una sezione teorica di vere e proprie lezioni frontali svolte congiuntamente da Avvocati e Professori Universitari ed in esercitazioni pratiche.
Il compito dei C.O.A., poi, è stato maggiormente onerato dalla Mediazione obbligatoria.
Invero, per quanto concerne l’Organismo di Mediazione tale attività occupa anch’esso molte delle scarse risorse dei C.O.A. in quanto la reintroduzione della sua obbligatorietà ha generato la presentazione di N° 1.308 di autonomi protocolli di corrispondenza e di ben N° 4.219 procedure di mediazione con un raddoppio delle richieste rispetto al 2015 con la necessità di applicare due addetti di segreteria per lo svolgimento del servizio, ma, nonostante il trend positivo, con prevedibili risultati scarsamente significativi rispetto alla previsione di filtro rispetto alle cause civili in quanto gli esiti positivi sono stati intorno solo al 10,59%
Oltre al lavoro svolto dalla Camera Arbitrale, ricordo anche l’impegnativo lavoro svolto dallo Sportello del Cittadino e da quello del Comitato Pari Opportunità con ulteriori oneri, non solo finanziari, a carico dell’Avvocatura al fine di dare un concreto e gratuito supporto ai cittadini rispetto alle loro problematiche con la Giustizia.
Il lavoro svolto dai Consigli dell’Ordine sopra illustrato dimostra come il Governo e la politica dovrebbero, anziché osteggiare, favorire sempre più il rafforzamento del ruolo dell’Avvocatura e dei Consigli dell’Ordine che, lungi da essere organismi autoreferenziali, sono divenuti insostituibili centri di sostegno alla giurisdizione ed agli utenti del sistema giustizia, da un lato supplendo generosamente alle carenze dello Stato e dall’altro, senza aumentare il contributo d’iscrizione ormai fermo dal 2010 per non pesare sulla già critica situazione dell’Avvocatura genovese, aumentando i servizi a favore degli iscritti e della cittadinanza.
Come sostengo da tempo, in questi momenti di crisi economica, d’insicurezza, di instabilità l’Avvocatura, quale quotidiano diretto testimone delle problematiche delle persone, dovrebbe recuperare la sua centralità nella Società per poter, con autonomia ed indipendenza, perseguire sempre l’obiettivo primario della “difesa dei diritti delle persone”.
Dal 2005 (Decreto Bersani) fino ad oggi i c.d. “Poteri Forti” cercano di limitare la nostra autonomia, per esempio, con l’abolizione dei minimi tariffari tentando di sottomettere gli Avvocati che, al contrario, devono essere liberi ed autonomi.
Ribadisco con forza che l’Avvocatura non è schiava di alcuno né tantomeno delle leggi di mercato.
Noi chiediamo il rispetto dell’Avvocato come persona e come professionista, ma, soprattutto, il rispetto del lavoro degli Avvocati.
Per affermare questi principi e per rispondere alla richiesta, della politica in generale e del Ministro in particolare, di unicità di “voci” si è mossa l’Avvocatura intera con una svolta storica in tema di rappresentanza politica.
Invero, lo scorso 7 ottobre 2016 il XXXIII° Congresso Nazionale Forense tenutosi a Rimini ha deliberato, a larghissimamaggioranza,di dare attuazione al disposto dell’art. 39 della LeggeProfessionale forense, che ha determinato dopo vent’anni la cessazione della rappresentanza politica parziale, pattizia ed associativa da parte dell’O.U.A., sostituendola con la rappresentanza politica ed istituzionale del nuovo Organismo Congressuale Forense (O.C.F.).
Sono state, infatti, approvate le nuove norme, regolamentari e statutarie, che ridisciplinano il Congresso e ridefiniscono composizione e responsabilità dell'organismo di rappresentanza politica dell'Avvocatura.
La ratio ispiratrice del nuovo "statuto", alla cui stesura ho avuto l’onore di partecipare, è la creazione della vera e concreta rappresentanza politica dell'Avvocatura intera nel contesto, nel rispetto ed in applicazione della nostra legge professionale approvata dal Parlamento nel 2012.
In primo luogo, al centro di questa grande novità viene posto il Congresso Nazionale Forense qualificato come la “massima assise” dell’Avvocatura che tratta i temi dei diritti fondamentali, della giustizia, della professione e formula le proposte "autonome" della categoria, così legittimando, a livello normativo, l'autonoma scelta operata dalla categoria fin dal 1947; l’attuazione dei deliberati congressuali viene, poi, affidata all’Organismo Congressuale Forense di sua diretta derivazione e coordinato da 5 membri.
La seconda novità è l'ultrattività del corpo congressuale, con la previsione che i delegati rimarranno in carica fino all'apertura dei lavori del successivo Congresso, in tal modo trasformando il momento congressuale da periodico a permanente, essendo stata introdotta la possibilità di sessioni congressuali ulteriori rispetto a quelle periodiche, riservate alla trattazione di temi, relativi alla giustizia, alla professione, ai diritti fondamentali, di attualità politica e/o istituzionale ovvero a fronte di "emergenze" contingenti.
La terza novità ai fini della concreta rappresentanza anche territoriale di questo nuovo Organismo la troviamo nel fatto che è stata eliminata la previgente incompatibilità fra la carica di Presidente e Consigliere dell'Ordine con quella di componente dell'Organismo Congressuale Forense, che è il rappresentante del corpo congressuale, eletto direttamente da quest'ultimo nel rispetto della sua composizione distrettuale, vale a dire ogni Distretto ha uno o più rappresentanti in modo da poter essere presente su tutto il territorio nazionale.
L’Organismo Congressuale Forense opererà a stretto contatto ed in sinergia con le Istituzioni forensi nel rispetto delle prerogative ad esse assegnate, quali la rappresentanza istituzionale attribuita in via esclusiva dalla L. 247/2012 al Consiglio Nazionale Forense a livello nazionale ed ai Consigli degli Ordini a livello locale.
L’Organismo Congressuale Forense non trascurerà di consultare per la sua azione la voce e l’opinione delle Associazioni forensi nel rispetto della loro autonomia.
Nel segno di questa nuova, condivisa e concreta rappresentatività, lo scorso 19 dicembre l’Organismo Congressuale Forense composto da 51 membri eletti dai Delegati Congressuali e con una forte componente istituzionale (ben 16 Presidenti e 21 Consiglieri di C.O.A.) si è insediato procedendo all’elezione delle cariche previste nello Statuto.
Sono stati nominati:
Coordinatore l’Avv. Antonio ROSA, del Foro di Verona già Presidente dell’Unione del Triveneto; Segretario l’Avv. Giovanni MALINCONICO, del Foro di Latina Presidente dell’Unione del Lazio; Tesoriere l’Avv. Alessandro VACCARO, del Foro di Genova Presidente C.O.A.; Componenti l’Ufficio di Coordinamento: l’Avv. Vincenzo CIRAOLO, del Foro di Messina Presidente C.O.A. e l’Avv. Armando ROSSI, del Foro di Napoli) Presidente C.O.A..
Informo, pertanto, che essendo stato eletto nell’Ufficio di Coordinamento del nuovo Organismo per il Distretto di Genova il mio intervento viene svolto, oltre come Presidente Distrettuale, anche come componente dell’OCF, nuovo organismo istituzionale di rappresentanza politica.
La politica deve, pertanto, sapere che oggi c’è una forza di 230.000 Avvocati, supportata dai loro familiari, dai loro impiegati, dai loro clienti, dai loro amici - e che, quindi, ha anche un grande peso politico - che è schierata per la tutela dei diritti dei cittadini che può essere attuata solo attraverso la libertà e l’autonomia dell’Avvocatura da difendere anche attraverso il doveroso riconoscimento dell’equo compenso.
L’occasione solenne di oggi, conformemente a quanto deliberato dall’Assemblea dei componenti l’OCF tenutasi a Roma il 14 gennaio, mi induce a chiedere al Rappresentante del Ministero, anche alla luce dei positivi segnali che pervengono dal Ministro Orlando, che si dia immediata attuazione alla proposta di legge ministeriale sull’equo compenso nella professione forense; proposta che vuole definire e tutelare gli avvocati iscritti all’Albo ed imporre agli operatori economici il rispetto del ruolo dell’Avvocatura negli accordi, considerando nulle le clausole che prevedano condizioni contrattuali contrarie al riconoscimento di un compenso equo; la proposta, inoltre, elenca anche le tipologie di clausole ritenute abusive, in quanto realizzano un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti in favore del committente.
La proposta legislativa da parte del Governo, la cui necessità è stata più volte riconosciuta dallo stesso Ministro, non è una istanza ulteriormente differibile considerata la grave crisi economica che affligge l’Avvocatura tutta, ed in particolare i giovani Avvocati e che la proposta rappresenta un punto di riferimento importante essendo destinata a segnare un necessario riequilibrio nei rapporti tra operatori economici ed avvocati, impendendo situazioni che in molti casi si possono definire, senza mezzi termini, di prevaricazione e lesive della dignità e del decoro della professione forense.
A dimostrazione della legittimità della nostra richiesta, ricordo al Rappresentante il Ministro che l’inderogabilità dei compensi previsti nel Decreto Ministeriale 55/2014 potrebbe essere senza dubbio immediatamente ripristinata, alla luce di quanto affermato nella recentissima sentenza 8 dicembre 2016 della Corte di Giustizia Europea, che smentisce per l’ennesima volta la tesi in base alla quale la liberalizzazione dei compensi e l'abrogazione delle tariffe minime obbligatorie fossero richieste dalla legislazione dell’Europa.
La citata sentenza, infatti, riconosce come legittima la previsione dell'inderogabilità assoluta di minimi tariffari, purché la sua determinazione sia fissata da una norma statale.
Tali principi, contrariamente a quanto sino ad oggi sostenuto da qualcuno, oltre che nella citata sentenza, sono stati più volte affermati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea e sempre riconosciuti come principio inderogabile dalla Giurisprudenza di legittimità della Suprema Corte di Cassazione, nonché ribaditi da una recente sentenza del T.A.R. Sicilia, secondo cui la pattuizione di un valore «esiguo» del compenso dovuto all’avvocato è di per sé lesiva del decoro e del prestigio della professione e in violazione dell’art. 36 della Costituzione e della ratio dell’art 2233 cod. civ.
Siamo lieti e plaudiamo il Ministro Orlando che condivide queste nostre richieste tanto da affermare all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario che “C’è ormai una sperequazione inaccettabile nel rapporto tra professioni e grandi soggetti finanziari ed economici che creano compressioni dell’autonomia del professionista dettati da posizioni dominanti che credo siano da contrastare” e siamo altrettanto lieti che consideri irrinunciabile il ruolo dell’Avvocatura nei processi di riforma in materia di Giustizia.
Per queste ragioni, l’Avvocatura chiede che il Ministro, affidandosi alla sensibilità del Parlamento, voglia, quanto prima, dar avvio all’esame e all’approvazione del ddl ministeriale sulla tutela dell’equo compenso.
Sulla strada di questa nuova intrapresa collaborazione gli Avvocati, chiedono con forza che il Governo abbandoni definitivamente anche la strada della partecipazione del socio di solo capitale alle società di capitale tra professionisti altro e più subdolo attacco alla libertà ed autonomia dell’Avvocatura.
Chiediamo, quindi, che la nostra professione venga tutelata riconoscendo:
l’Avvocato nella sua sempre più attuale “FUNZIONE SOCIALE”;
l’Avvocato come presidio civile contro l’abuso “DEI” e “DAI” poteri forti;
l’Avvocato come supporto ad una giustizia sempre più in affanno, ingolfata ed inefficiente la cui responsabilità viene addebitata in modo semplicistico e “volgare” all’Avvocatura;
l’Avvocato come FULCRO essenziale per una fisiologica interazione tra i poteri dello Stato;
l’Avvocato come garante della TENUTA di uno stato di diritto democratico e liberale. …pensate a ciò che è successo ai Colleghi Turchi arrestati in Tribunale…
In conclusione, il perché della netta posizione dell’Avvocatura la troviamo in una frase del “solito” celebre Piero Calamandrei (1989/1956):
“La legge è uguale per tutti" è una bella frase che rincuora il povero quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l'aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria.
Auguro a tutti un buon lavoro.
Avv. Alessandro Vaccaro
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